Nota
Il racconto “James e Lily: Momenti” partecipa alla sfida #VignetteFicChallenge organizzata da Maura L. Cohen nel gruppo Better than Canon. Come il nome stesso lo dice, la storia doveva essere una vignette fiction, cioè un pezzo corto e descrittivo che comprenda un breve momento della vita dei personaggi. I protagonisti sono di nuovo James e Lily (conosciuti già in altri racconti passati) e presenta un momento della loro vita, durante le feste. La storia, oltre alla forma particolare di vignette fiction, aveva come argomento “ritorno a casa”.
Ovviamente rifaccio il riassunto delle puntate precedenti
Crisi di una notte di inizio estate con Jack che va fuori di testa per il primo appuntamento della figlia.
Crisi in una notte di inizio autunno che accade circa dieci anni dopo il primo appuntamento.
Un sogno di appuntamento dove Lily prova ad uscire con Finn ma il risultato è un disastro.
Un altro appuntamento da sogno dove Lily dà una seconda opportunità a Finn.
Il ballo di Natale dove James fa una sorpresa a Lily.
Questo è un appuntamento vero dove James cerca di mostrare a Lily cosa sia un appuntamento secondo le sue regole.
Una sorpresa per James dove Lily fa una sorpresa al suo amico, ambientato durante il secondo anno di college di Lily.
James e Lily: Momenti
Il sole stava entrando dalla finestra, prepotente, illuminando i muri, il comodino pieno di libri e anche il letto. Lily si girò e sbuffò, spostando i capelli dalla faccia. Erano diventati molto lunghi e a volte si dimenticava di fare la treccia la sera prima di addormentarsi, con il risultato di svegliarsi durante la notte perché si erano impigliati da qualche parte.
Si alzò e si stiracchiò. Era il ventisei dicembre e come ogni anno era una giornata particolare per la famiglia Anderson. I suoi genitori avevano una tradizione, iniziata ai tempi del college. Famiglia e amici più stretti che nel corso degli anni erano diventati di fatto parte della famiglia, si riunivano per aprire i regali. Il giorno di Natale era per il pranzo con i parenti, mentre il ventisei era la vera festa per loro. Ogni anno era in trepidante attesa per il regalo che avrebbe scartato. Nuovi pezzi per i suoi computer, nuovi libri da leggere e dai quali studiare. Anche questa volta era così, anche se con meno intensità. Era contenta di essere di nuovo a casa, accanto alle persone che le volevano bene, ma le mancava qualcosa.
Era al secondo anno di college e si rendeva conto di sentirsi sola troppo spesso. Studiava assieme ad altri compagni di corso, a volte guardava qualche film con Cristal, tuttavia non si sentiva capita sempre. Non riusciva a farsi comprendere dagli altri al volo e a volte preferiva stare zitta piuttosto che spiegare i suoi lunghi ragionamenti. Aveva imparato, con rammarico, che non tutti erano disposti ad ascoltare davvero sempre. Meg e Al erano lontani e per quanto si sentissero spesso, anche con delle videochiamate, non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione di solitudine.
Si lavò velocemente, spazzolò i capelli e li lasciò sciolti, indossò dei leggings pesanti e una felpa che una volta era appartenuta a James, e uscì dalla stanza.
Scese le scale lentamente, sentì le voci in sala da pranzo e in cucina. Andò dritta lì, senza nemmeno guardare il soggiorno. Si fermò sulla porta della sala da pranzo e osservò la scena.
Sua mamma indossava dei leggings pesanti come lei e una delle maglie di suo papà. Quel giorno erano tutti vestiti in modo casalingo, inclusi i padroni di casa. Dietro sua madre che controllava qualcosa nel forno, c’era suo padre con una tuta della squadra, che rideva mentre abbracciava la moglie e le sussurrava qualcosa vicino all’orecchio. Lily fece una smorfia perché non voleva assolutamente sapere e nemmeno immaginare cosa contenevano quei sussurri. Vicino a loro c’era Connor con la moglie Martha e il figlio Jacob con la fidanzata Monica. Stavano assieme da un paio di anni ed erano una bella coppia. Lui le stava accarezzando piano la schiena mentre lei rideva per chissà quale battuta. Dall’altro lato del tavolo c’erano Frank con la moglie Jessica, il figlio Charles e la sua miglior amica Angèlique. Era il primo anno che lei e Monica si univano a quella tradizione, mentre gli altri erano dei veterani. Lily e i suoi fratelli consideravano Connor, Martha, Frank e Jessica come degli zii. Erano presenti da sempre, quindi per loro non erano solo degli amici dei genitori, ma parte della famiglia.
Girò di poco la testa e vide Thomas e Adam ridere per qualcosa mentre John continuava a scuotere la testa. Sicuramente lo stavano prendendo in giro per qualche ragione. Accadeva sempre così quando i suoi tre fratelli si trovavano nella stessa stanza. Facevano battute e scherzi, si prendevano in giro e a volte davano inizio a vere e proprie guerre che si combattevano con il pallone, con i cuscini o con le pistole ad acqua in estate.
Quel giorno erano in tanti e sua madre aveva fatto sistemare dei tavoli a forma di U, così da non escludere nessuno. A breve sarebbero arrivati anche Meg e Al quindi sarebbero stati quasi al completo. I piatti erano già stati sistemati con cura, le posate e i bicchieri al loro posto, i tovaglioli natalizi davano colore assieme ai fiori. Moira adorava mettere piccoli dettagli per rendere tutto più accogliente.
Lily notò le rose bianche che suo padre aveva regalato a sua mamma per la vigilia, e poi altre composizioni di fiori non naturali. Purtroppo Lily era allergica e ogni volta dovevano tenere lontano i vasi da lei. Vide con sorpresa che su uno dei tavoli laterali c’erano dei gigli neri. Stranamente, i gigli erano alcuni dei pochi fiori che non le davano problemi. In particolare quelli neri erano diventati i suoi preferiti da quando James le aveva regalato il primo mazzo, quasi quattro anni prima. Sorrise a quel ricordo e si avvicinò al vaso. Erano fiori veri, freschi. Trovava la cosa strana, ma pensò che probabilmente sua madre li aveva comprati per lei e si era dimenticata di dirglielo. Sentì il campanello e vide suo padre andare ad aprire.
Rimase lì ad osservare gli altri, le piacevano quei momenti. Poteva notare piccoli dettagli in silenzio, come l’anello sull’anulare di Monica, il fatto che John nonostante si professasse un single incallito continuava a guardare il telefono un po’ troppo spesso come se aspettasse un messaggio da qualcuno, lo sguardo di Charles che era più che amichevole mentre guardava Angèlique nonostante ripetesse che erano solo amici.
Jack tornò dentro e la fissò per un istante per poi sorridere.
«Lily, hai visite. Qualcuno ti aspetta di là.» Le fece segno di andare in soggiorno. Sentì il silenzio e tutti gli sguardi su di lei. Non capiva il perché di quel loro interesse improvviso nei suoi confronti, ma non ebbe molto tempo per pensarci. Una volta varcata la soglia del soggiorno iniziò a raccogliere vari dettagli per fare un quadro completo di tutto.
Le finestre avevano le lucine attorno, il caminetto era acceso e il fuoco scoppiettava creando un’atmosfera decisamente invernale e natalizia. Il divano era pieno di cuscini rossi, tocco dato da sua mamma per rimanere in tema, l’albero occupava un angolo della stanza assieme ai regali. C’erano molti di più di quelli che ricordava di aver visto la sera prima, segno che qualcuno ne aveva aggiunti altri. Dal corridoio dell’entrata fecero capolinea Meg e Al con le guance rosse mentre si sfregavano le mani per riscaldarsi. La salutarono entrambi e poi guardarono verso l’albero. Lily riportò il suo sguardo in quel angolo e solo in quel momento si rese conto che non aveva visto bene tutto. In ombra, nascosto tra i rami c’era qualcuno e quello spiegava decisamente il silenzio e le occhiate della sua famiglia così come i gigli neri sul tavolo.
Sorrise e corse per poi saltargli in braccio al volo. Lui la prese, come se avesse intuito le sue intenzioni. In fondo era davvero l’unico che la capiva senza che lei dicesse nemmeno una parola.
«James, sei venuto alla fine! Pensavo fossi ancora a New York!» Lo strinse forte senza dare segno di volersi staccare da lui. Si era aggrappata come un koala a un ramo, con le braccia attorno al collo e le gambe attorno alla vita. Non aveva nemmeno pensato che qualcuno la potesse vedere così, li aveva esclusi dai suoi pensieri appena aveva visto James.
«Ho preso un volo all’ultimo minuto, con uno scalo, dei ritardi, ma direi che è valsa la pena visto come sono stato accolto.» La strinse e affondò il viso tra i suoi capelli, ispirando il suo profumo e riempendosi i polmoni, come se fosse tornato a respirare dopo mesi di apnea.
«Sei qui, finalmente sei qui!» Scese piano e si rimise in piedi, senza però staccarsi da lui.
«Non potevo andare da nessuna parte, sono tornato a casa, fiore.» Sussurrò appena e forse nemmeno lui sentì davvero quello che aveva detto. «Sono tornato da te.»
Disclaimer & copyright
Il contenuto del racconto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.
Per altri racconti –> Racconti
MA CHE CARINI CHE SONO CAVOLO, MI SCIOLGOOOO😍.
Il finale poi.. Wow!
Eheee chissà cosa combineranno ancora questi due 😀
Ma quanta tenerezza c’è in questo racconto? Io ormai super fan di James e Lily, ti tocca scrivere la long, perché ho bisogno di sapeeeere! 🤣 Molto bella la forma del racconto: sei super brava a descrivere, riuscendo comunque a dare naturalezza e scorrevolezza alla lettura, cosa non da poco! Brava!
Ciao. È un racconto particolare perché breve e descrittivo, come da richiesta della sfida, tuttavia mi sono divertita a immaginare tutti quei personaggi assieme. E poi James e Lily ci daranno un sacco di momenti interessanti (forse?) 😀
Grazie per aver letto.