Nota
Il racconto “E se l’amore fosse solo una coincidenza” è nato per caso partecipando alla sfida #DaScrittoreaScrittore organizzata nel gruppo facebook Better than Canon. La sfida era quella di scrivere un racconto che girasse attorno a una citazione di Milan Kundera, da “L’insostenibile leggerezza dell’essere” quindi la mia mente ha creato “E se l’amore fosse solo una coincidenza”. Vista la citazione, i temi principali dovevano essere l’amore, il caos e le coincidenza.
Questo breve racconto presenta Dominic, personaggio già usato per un altro breve momento che potete leggere qui. Dopo Natale, lui e i suoi amici decidono di passare una serata spensierata tra uomini, tuttavia ombre del passato saltano fuori per caso.
Buona lettura.
E se l’amore fosse solo una coincidenza
Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d’Assisi.
“L’insostenibile leggerezza dell’essere” Milan Kundera
Il vento gelido fischiava attorno alle sue orecchie. L’inverno era arrivato e aveva preso possesso della natura in poco tempo. Erano bastati soltanto un paio di giorni e la città era diventata completamente bianca. Dominic si strinse il cappotto attorno e alzò il colletto, cercando di ripararsi mentre suonava il campanello. Aveva ricominciato a nevicare mentre lui era per strada e non si era preparato all’inizio di una vera tempesta di neve. Fortunatamente sarebbe potuto restare dal suo amico, senza correre il rischio di trovare la strada ghiacciata.
«Finalmente sei riuscito ad aprire questa porta. Un minuto in più e mi avresti trovato trasformato in ghiacciolo sul tuo portico. Dove diavolo eri finito?» Dominic rabbrividì mentre Andrew si spostava per lasciarla entrare in casa.
«Stavo controllando la cena nel forno, vorrei evitare di bruciare la casa prima ancora di finirla di sistemare. Non sarai morto per un po’ di vento.» Ridacchiò mentre gli toglieva la bottiglia dalle mani. Non voleva correre il rischio che Dominic gliela spaccasse in testa. «E potevi vestirti un po’ di più, visto il tempo. Eri a rimorchiare nel tuo completo fatto su misura?» Rise ancora mentre andava in cucina a mettere la bottiglia di vino al fresco.
«Sto arrivando direttamente dall’ufficio, idiota. Non tutti noi siamo fortunati ad avere vacanza natalizie, qualcuno deve pur mandare avanti l’economia.» Dominic si avvicinò agli altri due e li salutò. Lui, Andrew, Thomas e Marco erano amici da parecchi anni. Aveva fatto la scuola elementare, le medie e le superiori con Andrew. Al secondo anno di liceo si unì a loro Thomas, che si era trasferito in quella città con la famiglia. Andarono assieme nello stesso college e lì conobbero Marco. Erano un bel gruppetto che nonostante le distanze e vari spostamenti nel corso degli anni, erano rimasti sempre uniti.
«Solo perché tu non vuoi prendere una pausa, non significa che tutti noi dobbiamo immolarci sull’altare del lavoro. Sai che esistono le ferie? La legge lo permette, se non sia cambiata negli ultimi due giorni da quando sono uscito dall’ufficio.» Thomas prese un sorso di birra e ridacchiò. Era un argomento con il quale prendevano sempre in giro Dominic, a volte facevano fatica a farlo uscire dal suo ufficio.
«Andiamo, lasciamolo almeno riscaldare prima di prenderlo in giro. Non siate così crudeli, se no domani mattina ci ritroviamo con i conti svuotati.» Marco gli tirò una gomitata e poi scoppiò a ridere anche lui. Non riuscivano ad essere seri per troppo tempo, erano adulti con una mente da adolescenti poco cresciuti.
«Siete degli idioti, davvero. Andrew, dovresti sposarti il prossimo anno. Povera Harriet che si ritroverà un marito che è peggio di un adolescente.»
«Harriet ama l’adolescente che c’è in me. Non mi sposerebbe altrimenti.»
«Amico, Harriet ti sposa perché è una santa donna. Non ha qualche amica altrettanto santa da presentare a Dom? Così forse trova una ragione per uscire dall’ufficio un po’ più spesso.» Marco prese un paio di patatine e mentre attendeva la risposta di Andrew. Quella doveva essere la loro serata tra uomini, ogni mese si trovavano e passavano la sera a mangiare, bere birra e guardare qualche partita. Era una tradizione che portavano avanti da anni, soprattutto nei momenti in cui tutti e quattro erano in città.
Thomas e Andrew erano avvocati e avevano creato uno studio legale assieme appena usciti dall’università. Avevano avuto la fortuna di ritrovarsi a fare pratica su un caso importante che aveva aperto loro diverse porte. Marco invece era un agente che rappresentava diversi sportivi. Aveva finito la scuola di legge ma andare in aule di tribunale e fare aringhe non gli piaceva tanto quanto discutere di contratti, cifre da capogiro e stabilire condizioni scritte in piccolo a fine pagina. Era il suo mondo, amava l’organizzazione ed era bravo a tenere tutto sotto controllo. Dominic invece lavorava presso un’azienda finanziaria e i numeri, le fusioni, gli investimenti, erano il suo pane quotidiano.
«Ho trovato, la damigella di Harriet. Insomma, è perfetto. Tu Dom sei il testimone di Andrew, lei di Harriet, quindi direi che è il top. Passerete un sacco di tempo assieme per l’organizzazione del matrimonio, non puoi chiedere di meglio.» Marco era davvero soddisfatto di quella idea geniale che aveva avuto. Era sempre stato dell’idea che un uomo, così come una donna, non aveva per forza bisogno di qualcuno accanto per essere felice. Tuttavia aveva imparato che a volte avere qualcuno vicino poteva fare la differenza. Guardò gli altri in attesa di sentire i loro commenti positivi sulla sua idea, ma vide Andrew e Thomas a bocca aperta alla ricerca di qualcosa da dire, mentre Dom era praticamente con il fiato sospeso e le spalle rigide.
«Cosa ho detto di male? Cosa non va nella mia idea? Perché avete tutti e tre una faccia da funerale? Non sarà già sposata o magari è una rompiscatole enorme?» Marco era confuso. Non gli era sembrato di aver detto nulla di male e non capiva il perché della reazione dei suoi amici.
«Amico, hai presente che al college Dom parlava di una ragazza, abbastanza spesso? E che ha perso di vista per un po’ di tempo?» Thomas non conosceva tutta la storia, ma ne sapeva parecchio per capire che era meglio lasciar perdere il discorso senza entrare in dettaglio.
«La ragazza che aveva rivisto un paio di volte e che alla fine non si era più fatta sentire? Cosa c’entra? Non dirmi che è lei la testimone. Sono passati anni, magari adesso è disponibile. Potrebbe essere un segno»
Thomas si grattò la testa imbarazzato senza sapere come spiegare la situazione mentre Andrew cercava di sistemare nel piatto le patatine che ovviamente non avevano bisogno di essere sistemate ulteriormente.
«Sono adulto dannazione, non dovete trattarmi con i guanti. Si chiama Catelyn e sì Marco, sarà la testimone di Harriet. Sì, è la ragazza della quale sono stato innamorato per anni e si dà il caso che l’ultima volta che l’ho vista era al suo addio al nubilato. È sposata, quindi il tuo piano fantastico fa acqua da tutte le parti. Possiamo aprire la bottiglia di vino per favore adesso? Credo di aver bisogno di un po’ di alcol, grazie.»
Andrew tirò fuori la bottiglia e i bicchieri. Riempì quello di Dominic fino all’orlo quasi, era sicuro ne avesse bisogno. Era stato tutt’altro che facile comunicargli il fatto che la donna per la quale non aveva mai perso interesse avrebbe passato parecchio tempo con lui perché erano entrambi i testimoni degli sposi.
«Non ero a conoscenza di tutta la storia, mi dispiace. Ovviamente non volevo aprire vecchie ferite.» Marco si sentiva dispiaciuto. Doveva essere una serata leggera e invece lui l’aveva trasformata in qualcosa di serio tirando fuori quella storia. Aveva sentito qualche dettaglio quando aveva conosciuto Dominic, Andrew e Thomas al college, ma non aveva chiara tutti i risvolti. Era stato via in Europa per un paio d’anni quindi aveva perso qualche informazione per strada.
«Ti faccio un riassunto: ci siamo conosciuti alle superiori, poi ognuno sulla sua strada, ci siamo rivisti al college al compleanno di George, il fratello di Harriet e ovviamente a quelli di Andrew, poi alla laurea del fratello di Thomas, Michael e poi durante quello che era il suo addio al nubilato. Ho aspettato il momento giusto e ho perso il treno, quindi lei è sposata, io sono single e direi che non sono mai riuscito a togliermela dalla testa davvero. Ho conosciuto diverse donne, mi sono anche innamorato, ma i miei sentimenti non sono mai stati come quelli che provavo per lei. Da adolescente ho perso la testa e ogni volta che pensavo di averla lasciata andare, le coincidenze della vita la riportavano sulla mia strada e il fuoco divampava ancora. Per la prima volta lo ammetto a voce alta.» Prese il bicchiere e lo svuotò davanti alle facce sconvolte dei suoi amici. «Andrò ad accendere la tv, tra poco inizia la partita.»
Uscì dalla cucina come se stesse prendendo fuoco. Lo sentirono borbottare qualcosa senza capire però le parole. Rimasero fermi e senza parole per alcuni istanti.
«Non pensavo fosse così grave la situazione.» Thomas aveva assistito qualche volta a delle discussioni su Catelyn, ma non pensava che Dominic provasse ancora qualcosa per lei, non in modo così intenso almeno.
«Io temevo fosse così. Alle superiori non aveva una semplice cotta per lei, aveva perso la testa davvero. Quando lei è andata via per l’università in Europa, lui ha sofferto per mesi. Non lo voleva mostrare, ma era così. Le volte in cui l’ha rivista, per tutta una seria di coincidenze, credo siano state altrettanto dolorose per lui.» Andrew guardò verso il soggiorno con uno sguardo triste. Lui era stato accanto all’amico dall’inizio di quella storia che aveva creato non poco caos nella sua vita. A volte sembrava un film, con tutti i momenti sbagliati che si erano creati. Era stato come se Dominic e Catelyn non riuscissero mai a far combaciare le loro strade al momento giusto. Una coincidenza dietro l’altra li faceva incontrare, passare dei momenti assieme e poi li divideva. La vita giocava con i loro destini portandoli ad accettare dei brevi istanti per poi farli vivere su due orbite completamente diverse il cui centro coincideva solo qualche volta.
«Pensi che potrà reggere queste ultimi mesi di preparativi per il vostro matrimonio? Dovrà passare un sacco di tempo con lei, non so se la prenderà bene.» Thomas prese in mano i due vassoi con il cibo e fece per andare in soggiorno. Forse non poteva fare più nulla riguardo al passato, ma sarebbe stato lì per il suo amico nel presente.
«Potrebbe avere una sorpresa o una nuova occasione, dipende da lui. In questi anni io e Harriet abbiamo visto spesso Catelyn, ma abbiamo evitato di dirlo per non farlo stare male. Catelyn ha divorziato l’anno scorso quindi potrebbe essere finalmente il momento giusto quando le loro strade si incroceranno. Magari daremo loro una mano?» Andrew prese i bicchieri e la bottiglia e sorrise agli altri. Doveva sposarsi ed era un uomo adulto, ma se doveva dare una mano perché il suo amico potesse conquistare la donna dei suoi sogni, non si tirava indietro di certo.
Gli altri lo seguirono e si sistemarono per la partita. Quella sera dopo tutto poteva rappresentare una svolta positiva. Ci avrebbero pensato il giorno, in quel momento dovevano solo godersi la compagnia. Le feste avrebbero dato loro la magia necessaria per il resto.
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Il contenuto del racconto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.
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Povero Dom, dico solo questo 🙈🙈🙈🙈.
E non hai visto nulla ancora 😂