Il racconto “Solo un camino che fuma ancora” partecipa all’iniziativa delle flashfics (storie brevi di circa 500 parole) del gruppo facebook Prompts are the way. Uno dei prompt era “solo un camino che fuma ancora” e mi sono venuti in mente loro: Sébastien e Marine. La storia, come già detto in passato, non è molto felice, ma racconta di un legame forte e decisamente conflittuale con il mare.
Per gli altri due racconti potete leggerli sempre sul blog: Negli abissi dell’amore e Sugli scogli della vita e Un duello con il mare.
Solo un camino che fumava ancora
La tempesta stava infuriando da ore senza tregua: il vento ululava fuori dalla finestra, i rami dell’albero si piegavano come se fossero dei fili sottili senza resistenza, il mare si stava scontrando con gli scogli infrangendosi in mille gocce. La portafinestra del terrazzo gli permetteva di intravedere quello spettacolo pieno di furia, appena illuminato dal faro. Il tutto lo affascinava e lo terrorizzava allo stesso tempo.
Stava guardando il buio che mescolava il mare con il cielo, senza permettere di distinguere dei veri dettagli, proprio come quella notte di anni prima. Stava respirando profondamente stringendo la poltrona per rimanere ancorato al presente e non lasciare i demoni del passato ad artigliarlo e portarlo di nuovo ad affogare. Chiuse gli occhi e cercò di immaginare di essere da un’altra parte per sfuggire ai ricordi troppo dolorosi e per un attimo ci riuscì. Quando invece l’onda fredda del mare lo investì in pieno, aprì gli occhi e si concentrò su ciò che aveva attorno a sé per non sprofondare di nuovo nel passato.
Sentì dei passi, si girò e fu in quel momento che la vide: vestita con il suo solito vestito azzurrino che usava per dormire, con i capelli sciolti spettinati e con il sorriso che lo aveva conquistato dal primo momento. Era appoggiata al muro e lo guardava con lo stesso sguardo dolce che gli riservava ogni mattina.
«Non dovevi svegliarti per me, ho solo un po’ di male alla spalla. A volte il dolore è un po’ più forte ma passerà a breve e tornerò a dormire.» Cercò di sorridere, solo per lei per non farle capire che la ferita alla spalla gli stava facendo più male del solito.
«Amore, non devi lasciarti sopraffare dagli incubi. La tua spalla guarirà, vedrai. Non devi però permettere che il dolore ti porti a rivivere quella notte. Sei qua, concentrati sul presente.» Si avvicinò a lui e gli mise una mano sul braccio, accarezzandolo piano.
Improvvisamente il dolore scomparve quasi del tutto. La tirò piano per la mano fino a quando non fu di fronte a lui e poi la trascinò fino a trovarsela sulle ginocchia. La strinse e inalò il respiro dei suoi capelli, come se fosse una medicina. Sentì i suoi baci e le sue carezze, il cado del caminetto che contribuiva a quello che invece gli veniva fuori dal cuore e lo riscaldava piano piano. La strinse ancora di più e cercò le sue labbra che trovò come sempre dolci e morbide, le accarezzò appena con le sue come se avesse paura di vederla svanire. La strinse ancora e aprì gli occhi per vederla meglio, ma davanti a lui rimase solo un camino spento che fumava ancora.
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Il contenuto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.
Mi ricordavo i protagonisti di questi racconti, e ritrovarli anche in questa sfida mi rincuora e rattrista, per il destino così crudele che lui è costretto a vivere senza di lei. Come sempre la tua capacità di descrivere una scena è ammirabile, da lezione! E in un racconto tanto breve c’è dentro tutto. Brava!