Nota
Buongiorno lettori. Eccomi qui con un nuovo racconto breve. “Una notte soltanto” è stato scritto per la sfida natalizia “É Natale anche ques’anno” organizzata nel gruppo Ritrovo scrittori anonimi (s)bloccati. Come nella tradizione migliore, le consegne erano tutte a sfondo natalizio. Io dovevo affrontare il prompt numero quattro Qualcuno chiede a Babbo Natale di parlare un’ultima volta con una persona. Per un po’ mi ho guardato la consegna e lei ha guardato me, senza risultati. Ad un certo punto ho avuto una idea. Siamo #narratoridistorie e quindi tiriamo fuori quelle idee assurde rimaste nella nostra mente per tanto tempo, portandole alla luce. Così è successo con me. Tempo fa mi è venuta in mente questa idea, di due personaggi che si incontrano in diversi momenti della loro vita, soprattutto di notte. Quindi eccovi a voi Dominic che durante le feste pensa al passato. Buona lettura.
Una notte soltanto
Le lucine dell’albero lampeggiavano creando un gioco di luci e ombre colorate in tutto l’ambiente circostante. Il caminetto acceso riscaldava l’aria e faceva sembrare il tutto come uscito da un film di Natale. Fuori nevicava ancora, il freddo pungente scoraggiava chiunque ad uscire di casa. Dalla finestra si vedevano solo le luci accese e gli addobbi, sulle strade invece non c’era anima viva. Sembrava un quadro di desolazione eppure aveva una sua magia, come una scena da grande schermo.
«Ti sei nascosto qui al buio per non perdere ancora contro la zia?» Dominic girò la testa e vide sua sorella entrare nella stanza. Aveva una tazza per mano e un grande sorriso sul volto, mentre avanzava piano dondolando il pancione che ormai era parecchio visibile.
«Dopo che mi ha battuto a poker un paio di volte, ho imparato a non scommettere più contro zia Margie. Vorrei continuare ad avere dei soldi in tasca possibilmente.» Fece la faccia indignata mentre la sorella scoppiò a ridere.
«Ti ho portato un the caldo per consolarti dopo la grave perdita subita prima.» Gli diede una tazza e si sedette accanto a lui sul divano. «Da cosa stai scappando? Perché sei qui al buio che contempli l’albero come se potesse darti tutte le risposte?» Lo guardò in modo interrogativo e sospettoso. Aveva le sue idee sul perché lui potesse essere così distante dagli altri, tuttavia aveva imparato con il tempo che era meglio non svelare subito le sue carte.
«Non sto scappando da niente. Mi stavo semplicemente rilassando, tutto qui.» Dominic prese un sorso di the caldo e chiuse per un istante gli occhi. Li riaprì subito perché davanti a lui ebbe un’immagine di diversi anni prima e non voleva ripensarci ancora. Alla fine sua sorella aveva ragione, da qualcosa stava scappando in fondo.
«Non è vero e lo sai anche tu. Puoi mentire a me, va benissimo, ma almeno sii sincero con te stesso. Stai pensando a qualcuno?» Prese un altro sorso e lo guardò dritto negli occhi, in attesa di una risposta e soprattutto delle sue espressioni. Con il passare degli anni, Meredith aveva capito che spesso suo fratello non condivideva i suoi sentimenti con nessuno quindi aveva imparato a leggere il suo viso che certe volte diceva più di quello che lui era disposto ad ammettere persino con se stesso.
«Tu e la mamma potete continuare ad insistere quanto volete, ma questo non significa che io debba mettermi a parlare della mia vita privata con voi. Perché, per quanto sia difficile da credere, ho anche io una vita fuori del lavoro.» Sbuffò e si alzò, andando verso il caminetto. Si fermò davanti a fissò il fuoco per diversi secondi.
«Delle tue conquiste e delle notti di sesso sfrenato, né io né la mamma vogliamo sapere assolutamente nulla. Puoi tenerti i dettagli per te.» Meredith rabbrividì prima di riprendere a parlare. «Quello per cui io e lei ti stressiamo sempre sono i sentimenti. Non importa l’età, non c’è una giusta per trovare qualcuno, per sposarsi o per avere figli. Sei più grande di me ma nessuno fa la gara in questo. L’unica cosa che vogliamo è che tu sia felice, fratellone.»
«Sono felice, ho il lavoro che ho sempre sognato, guadagno abbastanza da avere un bel appartamento tutto mio, una bella macchina, faccio diversi viaggi. Non mi manca nulla.» Le sorrise per tranquillizzarla.
«Ognuno ha il suo equilibrio e trova la felicità in modi diversi. Non metto in dubbio che tu sia felice di quello che hai, sono orgogliosa per tutti i traguardi che hai raggiunto. Solo che non posso non notare lo sguardo che hai ogni volta che torni a casa.»
«Sono contento di passare le feste con voi ogni anno, non mi sono mai lamentato di questo.» Cercò di liquidare l’argomento con poco, ma sua sorella non la pensava allo stesso modo.
«Lo so, ma stiamo girando attorno alla questione principale. Eviti di tornare a casa sempre, se non sei costretto, perché in qualche modo questo posto ti ricorda lei. Ho ragione?»
«Essere incinta ti dà dei poteri e leggi nella mente degli altri, sorellina?»
«Oh no, gli unici poteri che mi dà tua nipote sono quelli di sentire il cibo e i dolci a chilometri di distanza. E non cambiare argomento.»
Dominic sospirò e si arrese. Poteva girare attorno alla questione a lungo, ma sapeva che stavo solo rimandando l’inevitabile.
«Ogni anno mi chiedo come sarebbe il presente se in passato avessi fatto una scelta diversa. Ho visto te innamorarti, sposarti e adesso stai per avere una figlia, ho visto i nostri cugini trovare le loro metà e arrivare all’altare e mi chiedo se io abbia perso il treno o se devo ancora aspettarlo.» Riportò lo sguardo sull’albero e si perse tra le ombre colorate che si creavano sul muro.
«Per essere uno che ogni giorno lavora con numeri, somme, percentuali, il tutto in bianco e nero, sai essere parecchio filosofico. Vuoi darmi una mano con il prossimo libro? È un libro d’amore, magari sai darmi qualche dritta.» Meredith sorrise e cercò di alleggerire quell’atmosfera che era diventata più seria di quanto lei avesse voluto.
«Ho trentadue anni, sono single, e vuoi che io dia una dritta a te, sposata, incinta, una scrittrice di successo? Bella barzelletta.»
«Dom, cosa avresti fatto di diverso?»
«Non lo so, è questo il problema. Ho scelto la cosa più corretta, ho agito pesando tutto eppure non posso non chiedermi cosa sarebbe successo se avessi deciso diversamente.» Abbozzò un sorriso anche se il suo sguardo triste lo tradì.
«Ti viene in mente Catelyn, vero?»
«Eravamo ragazzini, una notte ci poteva bastare eppure non è stato così. Non ci è bastata neanche una seconda e nemmeno la terza.» Scosse la testa rendendosi conto che alla fine era tutta una bugia quella che il tempo a loro disposizione fosse stato sufficiente.
«Seconda? Terza? L’hai rivista? Quando?» Meredith fece la faccia sconvolta per un istante e poi si mise in ascolto per cercare di soddisfare la sua curiosità.
«Secondo anno di college. Sono andato al compleanno di George e ovviamente c’era anche lei. Laurea di Michael, un anno dopo che ho finito il college. E poi a Las Vegas, quattro anni fa, per il suo addio al nubilato.» Dominic si alzò e appoggiò la tazza di the sul tavolino. Iniziò a torturarsi le mani, come se fosse in gabbia e non riuscisse a liberare ciò che aveva davvero dentro.
«Mi stai dicendo che sapevi fosse impegnata e che si sarebbe sposata e hai passato la notte con lei?»
«Cosa? Che razza di uomo pensi che io sia? Ho passato la notte con lei a parlare, sorellina. Abbiamo parlato e ci siamo addormentati verso le quattro del mattino. Con tutti i vestiti addosso. Non l’ho nemmeno baciata. Non volevo essere un errore per lei. È già abbastanza che quella notte sia un rimpianto per me.»
«Avresti voluto fare altro?»
«Avrei voluto avere abbastanza coraggio per baciarla fino a toglierle il fiato, per stringerla e dirle quello che provavo veramente, avrei voluto non essere un codardo e chiederle di scappare con me. Dannazione, avevo persino pensato di portarla in una di quelle cappelle squallide e sposarci, così da legarla a me per sempre. E invece sono stato un bravo amico che l’ha ascoltata parlare fino a quando si è addormentata, che l’ha guardata dormire facendosi violenza per non avvicinarsi troppo. E così l’ho lasciata andare, ho avuto ben tre opportunità e non le ho colte.»
«Wow, è la prima volta in tutta la mia vita che ti sento parlare così. Hai un cuore tenero da qualche parte e in fondo sei un gran romantico. Tuttavia, la cosa importante è: a lei hai mai detto tutto questo?»
«Sorellina, lei è sposata, con un altro. Non voglio essere una notte e basta, un errore, un tradimento. Nonostante tutto ho il mio orgoglio»
«Tu vorresti essere ogni notte, per il resto della sua vita.» Meredith lo guardò negli occhi e non aspettò una sua risposta. Il suo silenzio e il suo viso avevano già detto tutto. «Se Babbo Natale esistesse davvero, cosa gli chiederesti?»
«La magia non esiste, casomai ci sono le coincidenze. Comunque gli chiederei di parlare con lei un’altra volta, una notte da condividere con lei, ancora.»
«Ti accontenteresti di una notte?» Il suo sorriso malizioso face sorridere Dominic. Sua sorella riusciva a volte a leggergli nel pensiero, nonostante tutto.
«Una notte da amico è sempre meglio di niente, non credi? Avrei il tempo di parlare con lei, di vederla, di raccogliere altri dettagli e salvarli nella mia mente per il futuro.»
«Magari Babbo Natale esaudisce ancora qualche desiderio, anche per gli adulti. Una notte in fondo è poco, solo qualche ora. Non hai chiesto tutta la vita.» Gli sorrise e poi si alzò piano. Prese le tazze e si incamminò verso la porta. «Hai intenzione di scrivere la lettera tardiva a Babbo Natale o vieni di là a farti spennare dalla zia?»
«Arrivo tra qualche istante.» Dominic lasciò uscire la sorella e tirò fuori il portafoglio e una foto, ormai piegata agli angoli. Una ragazza dai capelli corvini gli sorrideva. Rimise la foto dentro e andò verso la porta, sussurrando a se stesso: «Non ho chiesto tutta la vita, non ancora.»
Disclaimer & copyright
Il contenuto del racconto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.
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Una piccola finestra sulla vita di Dominic che mi ha resa curiosa di saperne di più, ecco come descriverei questo racconto. La storia è costruita bene, con molti dialoghi (il mio punto debole! Ammiro chi li sa scrivere gestendoli bene), mai banali e sempre tesi a far scoprire pezzo per pezzo una parte dei pensieri del personaggio maschile. Mi piace la dinamica che c’è tra Dominic e Meredith (fra l’altro mi ricorda il rapporto che c’è tra me e mio cugino, che per me è praticamente un fratello…siamo legatissimi fin da piccoli), si intuisce la solidità del loro legame. Durante la lettura una parte di me avrebbe voluto scuotere Dominic per le spalle chiedendogli “Perché non gliel’hai detto?!”, ma dall’altra avrei voluto abbracciarlo.
P.S. Nutro ancora la speranza che lui riesca a parlare cuore aperto a Catelyn e che lei accetti e ricambi i suoi sentimenti.
Ciao Liv! Bellissimo. Mi hai sorpresa (di nuovo XD). Quando penso a come potresti aver interpretato una consegna, mi ritrovo a leggere l’esatto contrario. Innanzitutto ho amato il rapporto fra i due fratelli: “l’eterno ragazzone” rimbrottato dalla sorella che ovviamente ha sempre ragione, fantastico. L’elemento della zia Margie, poi, mi ha conquistata. Mi sono immaginata una simpatica e arzilla vecchietta, con cui è impossibile discutere. Bastone alla mano sempre pronto per minacciare il nipote riguardo alle sue malefatte. Ironia unita a melanconia, rimpianto e infinita tristezza. Ho provato così tanto rammarico per Dominic che avrei voluto essere io Babbo Natale e portargli in dono la sua amata. Ho ammirato l’abilità con cui hai mischiato due elementi agli antipodi. Hai saputo dosare alla perfezione sorrisi e nostalgia, trascinando appieno il lettore nel dolore e nella frustrazione del protagonista. C’è da dire che, per quanto abbia amato il protagonista, nei suoi confronti ho provato sentimenti contrastanti: mi verrebbe da dirgli: “ma perché l’hai lasciata andare?” Poi, ovviamente l’ho perdonato perché ci sta avere paura e scappare dai propri sentimenti mentendo a sé stessi. Chi non lo fa alzi la mano. Nel complesso ho trovato la lettura dolce e amara al tempo stesso, scorrevole, ironica, ma carica e ricca di cose non dette e lasciate intendere. Complimenti perché hai saputo ricreare quella ricchezza di contrasti che ci ricorda l’essenza esatta dell’animo umano. Però, non ci credo finisca così. Liv, attendo un seguito! A prestissimo e bravissima davvero! Ester
Che dire, questa storia mi è piaciuta moltissimo! Sei riuscita subito a farci entrare nella vicenda e a incuriosirci con la storia di Dominic. Avrei davvero voluto saperne di più. Non è la classica storia natalizia allegra e spensierata, è più che altro malinconica, ma di fatto il Natale è anche questo. E ho trovato la consegna pienamente rispettata. Brava!
Un racconto molto bello, perfettamente natalizio. Ho apprezzato che ci siano accenni alla famiglia, al presente e al passato. Trovo anche che le piccole chiacchierate tra due persone complici che si vogliono bene siano tra le più soddisfacenti da leggere perchè tendono a dare quel senso di pace e amore di cui sentiamo il bisogno. Ho trovato alcune fra forse un po’ troppo lunghe e complicate da leggere in una sola volta, ma nulla che abbia reso complicata la lettura.
Molto toccante anche il discorso del protagonista, soprattutto alla fine, quando racconta e riflette sui propri desideri e scelte. E’ stato bello leggere di una persona matura che ha messo il bene della persona che ama davanti alla propria felicità. Questo ovviamente mi porta a sperare che ci sia una possibilità per loro, che in qualche modo possano rivedersi e scoprirsi perfetti e liberi di stare insieme.
Mi è piaciuto molto leggere questo racconto, prima di tutto perchè mi ha dato la sensazione di essere stata catapultata nel bel mezzo della storia. Mi piace questo modo di narrare, è sicuramente molto dinamico, come un film che inizia dalla scena finale o nel momento di “rottura” in cui il protagonista attraversa la soglia. C’è sicuramente tanta introspezione e attraverso i dialoghi si intuiscono il carattere e le scelte dei personaggi. Lo stile è scorrevole e in qualche modo “rilassante”. Mi ha ricordato molto una tipica scena da “Gilmore Girls”. Quando ho iniziato a leggerlo ho pensato che avrei volentieri continuato se ci fosse stato un secondo capitolo, sopratutto per la storia che rimane in sospeso tra Dominic e Catelyn.
Il dialogo tra Dominic e la sorella è molto interessante, sicuramente mette a nudo diversi aspetti del protagonista. In alcuni punti ho pensato che fosse un po’ troppo “sopra le righe”, nel senso che ci sono dei passaggi in cui Dominic e Meredith parlano di alcuni aspetti della vita sentimentale di Dominic più come se fossero amici che fratelli. Il che potrebbe anche essere coerente, ma in questo caso avrei desiderato saperne un po’ di più sul rapporto tra i due personaggi.
Nel complesso un racconto che ho apprezzato tanto e mi ha reso curiosa di saperne di più!
Kudos! 🙂
Ciao Liv! Mi ha commosso questa storia, davvero. I due personaggi sembra abbiano molto da dire, anche se ce li presenti per la prima volta in questo racconto (esplicito la cosa: voglio un seguito!!!). Trovo che sia uno scritto molto profondo, in cui i pensieri di lui fanno pensare anche noi che leggiamo. Rimorsi, treni persi, possibilità… c’è tanto su cui riflettere, in queste poche righe, e questo dà un tono ancor più bello alla storia, alleggerita dalle sfumature del Natale. La consegna mi sembra pienamente rispettata, anche se ammetto che sarei curiosa di leggere un’eventuale lettera di lui a Babbo Natale in cui chiede di poter parlare di nuovo con lei. Dal punto di vista della forma, trovo la storia molto ben fatta, e anche il linguaggio è corretto e scorrevole. Nel complesso quindi, una sfida superata a pieni voti! Brava brava 🙂 Alla prossima, Stephi
I due personaggi hanno una loro storia, soprattutto Dominic. Lui ha una storia particolare, lunga e complicata.
La lettera in qualche modo arriverà prima o poi xD
Grazie.
Un racconto bellissimo ed emozionante, bravissima!
Grazie come sempre, perché leggi ogni cosa 🙂