Nota
Il racconto “Un angelo o forse un sogno” partecipa alla rubrica mensile Storytelling Chronicles organizzata da Lady C di La Nicchia Letteraria. Per il mese di aprile, il tema era “il sogno”. Il racconto poteva essere un sogno vero, avere un’ambientazione da sogno oppure parlare di un desiderio da sogno. Visto che il mese precedente ho avuto non pochi problemi a portare a termine la rubrica, questa volta ho pensato: devo iniziare in tempo e fare tutto bene. Secondo voi sono riuscita in questo mio intento? Vi svelo un segreto: no.
Ho iniziato a pensare praticamente dal primo del mese ma senza troppi risultati. I giorni sono passati ed eccomi qui, a pochi giorni dalla scadenza. No, non ho avuto un’illuminazione divina e l’ispirazione non mi ha colpito all’improvviso purtroppo. La realtà è che ho ripescato dagli abissi del computer un racconto scritto nel lontano 2016, l’ho corretto, l’ho migliorato, cambiato stile ed eccomi qui.
Il racconto è nato ascoltano la canzone Luna di Alessandro Safina. Troverete alcuni versi citati all’interno del racconto. Inoltre, il testo in corsivo rappresenta i pensieri del protagonista, come una sorta di monologo interiore.
Trama
Jacob è un giovane che vaga in una notte sulla spiaggia alla ricerca di risposte per il suo cuore infranto. Parla del suo amore totalizzante che lo ha portato a soffrire più di quanto sia mai successo.
Un angelo o forse un sogno
Il mare era abbastanza calmo quella sera. Le piccole onde si infrangevano contro gli scogli in mille pezzi, si ritiravano e poi tornavano ancora alla carica, come se dovessero raggiungere un obiettivo di vitale importanza. Non potevano mollare, era come se la vita del mare dipendesse da quel andare avanti a indietro. A volte questo si scontrava con le rocce dure e le modellava piano piano, altre volte invece la schiuma si disperdeva con calma sulla spiaggia, portando in superficie conchiglie e altri piccoli tesori nascosti. Era un po’ come la mente che porta a galla eventi felici del passato e li mischia alla dura realtà del presente.
Il cielo era pieno di stelle, brillavano intensamente quella sera. Erano da ammirare, non solo per la loro bellezza ma soprattutto perché davano la loro vita bruciando per riscaldare ciò che si trovava attorno a loro. La Luna, maestosa regina fredda, si rifletteva nell’immenso mare illuminando la strada a chi aveva ancora il coraggio di viaggiare nell’oscurità senza confini della notte.
Luna tu
Quanti sono i canti che risuonano
Desideri che attraverso i secoli
Han solcato il cielo per raggiungerti […]
Luna, chissà quante persone smarrite come me hai aiutato nel corso dei secoli. Persone che passeggiavano senza una meta precisa su questa spiaggia, guidati solo dalla tua luce, chissà quanti ti avranno implorata ad accompagnarli verso un nuovo inizio. Quanti ti hanno raccontato i loro dolori come faccio io adesso? Quanti di loro si sono poi persi in realtà diverse da quella del presente?
Forse nei hai sentiti così tanti, che non ti ricordi nemmeno di loro, o forse sai per filo e per segno tutto ciò che ti hanno confidato come all’amico più caro.
Oh tu, regina che regni sul cielo infinito, quante storie hai sentito e quante lacrime hai visto? Quante persone ti hanno mostrato il loro cuore distrutto e hanno cercato una via per uscire dalla loro sofferenza? Quanti di loro hanno pregato persino, solo per avere una consolazione?
Tanti, forse troppi. E hanno trovato davvero la loro strada? O sono tutti rimasti al loro posto, proprio come tu continui a restare ferma in alto mentre il mondo sottostante va in mille pezzi?
Il mare si infranse di nuovo, questa volta sui piedi di un giovane che vagava con l’anima in pena, con il cuore dilaniato dal dolore. Si vedeva dalla sua faccia quanto stesse soffrendo: il viso era rigato da lacrime silenziose, gli occhi rossi e stanchi, come qualcuno che non trovava la pace da tanto tempo. Aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, era scalzo, con una camicia sbottonata in alto, spettinato dalla leggera brezza e dalle mani che continuavano a passare tra i capelli a ogni sospirò disperato.
Era alla ricerca della tranquillità e di un modo per dimenticare di aver appena perso l’amore che lui pensava sarebbe stato suo per tutta la vita. In un secondo tutto ciò che lui credeva certo, si era disintegrato, polverizzato dalla dura realtà.
Si era innamorato troppo giovane e aveva continuato ad amarla persino quando gli fu chiaro che lei non aveva mai visto il mondo attraverso i suoi occhi. Si era reso conto che lei era sempre stata concentrata su altro, tanto che non aveva mai nemmeno sfiorato l’idea che lui potesse provare qualcosa pur rimanendo in silenzio.
[…] Che l’amore può nascondere il dolore
Come un fuoco ti può bruciare l’anima […]
Si era innamorato di lei probabilmente il giorno stesso in cui l’aveva vista per la prima volta. Erano solo dei bambini, ma lui già l’immaginava accanto a sé per sempre. Non sapeva nemmeno cosa lo avesse indotto a pensare in quel mondo, ma ne era rimasto conquistato. Lei in fondo era così, stregava tutti senza sforzo. Era bella, solare, intelligente, aveva un modo suo di coinvolgere tutti. Era gentile, aveva sempre energia per aiutare chiunque e non si tirava mai indietro quando qualcuno aveva bisogno di lei. Per lui era un angelo.
Era convinto sapessero tutto uno dell’altra, ma si era reso conto con il tempo che le verità più importanti rimanevano nascoste nelle profondità dell’animo come dei relitti sul fondo dell’oceano. Sperava con il tempo di trovare il coraggio e dirle dei suoi sentimenti perché senza di lei, non sarebbe riuscito ad essere felice.
L’amava ed era convinto che l’amore fosse bello e un motivo di gioia, ogni giorno. Aveva, tuttavia, imparato a sue spese che il dolore poteva essere altrettanto grande, soprattutto quando la persona amata si stava allontanando senza nemmeno avere un motivo preciso. Lui voleva solo averla accanto, non aveva chieste le stelle ma forse aveva osato comunque troppo e aveva desiderato la Luna.
[…] Che l’amore può nascondere il dolore
Come un fuoco ti può bruciare l’anima […]
L’amore aveva reso diverso tutto quanto. Il modo di vedere il mondo, di pensare, di sognare persino. Grazie a quel sentimento, lui vedeva tutto positivo, come se l’arcobaleno esistesse sempre, anche senza la tempesta.
Quando era con lei era felice, sorrideva, poteva persino volare. Lui era come una foglia in balia del vento, la sua direzione era dettata da ciò che lei decideva di fare. L’aveva messa al centro del suo universo e aveva dimenticato di vivere per se stesso.
Camminava piano da diversi minuti, guardava le onde che morivano davanti ai suoi piedi e si sentiva morire anche lui. Sentiva in lontananza la musica di una festa e comprese che il mondo poteva andare avanti anche senza lui.
Sorrise senza che la tristezza liberasse il suo viso. Alzò gli occhi in alto e ammirò quella luce argentea che creava dei giochi di ombre bellissime sull’acqua. Iniziò a parlare a voce alta come se qualcuno potesse sentirlo davvero e rispondergli.
Luna, io l’amavo davvero. Avevo fatto di lei il centro di tutto, per me era come un buco nero che attirava tutto e mi faceva ruotare attorno a lei. Tu mi puoi capire vero? Hai visto così tante cose nella tua eternità che forse la mia storia è solo una piccola pietra che si perde in tutto questo spazio. Sono così insignificante come un granello di sabbia per questa spiaggia, che ci sia o meno, non importa, la spiaggia esiste anche senza di lui.
Sai cosa è successo e perché sono qua? Perché il giorno in cui avevo trovato finalmente il coraggio di dirle ciò che provavo, dopo anni in cui avevo cercato disperatamente le parole e il momento giusto, lei mi ha detto che era innamorata e che forse quello sarebbe stato davvero per tutta la vita. Mi ha detto che lui era come un principe azzurro e che la loro favola sarebbe stata una di quelle che sarebbe finita con: tutti vissero felici e contenti. Era così felice quel giorno, come se avesse appena vinto la coppa del mondo.
Che stupido che sono stato, mi dirai. Non avevo capito nulla, non avevo sospettato nulla perché ero così preso da lei, che non avevo neanche visto quando lei aveva conosciuto qualcuno, quando i suoi occhi brillavano, erano per lui, non per me. Che stupidi siamo noi uomini vero? Ci fissiamo su una cosa e perdiamo tutto lo spettacolo che si trova attorno a noi. Ci fermiamo per arrivare a un certo obiettivo, a una porta, e ignoriamo qualsiasi finestra che si apre accanto a noi. Guardiamo quel punto fisso come se la nostra vita dipendesse solo da quello e non ci rendiamo conto quante cose scorrono e vanno via.
Guardami, sono qua da solo su una spiaggia a camminare completamente a caso, mentre il mondo va avanti e festeggia. Sono uno sciocco vero? Ho aspettato a lungo quel giorno perfetto per dire che l’amavo e alla fine lei aveva dato il suo cuore ad un altro. Non do la colpa a lei, perché sono stato io che non ho capito nulla, che non ho provato perché avevo troppa paura, sono stato io quello che si è accontentato e non ha voluto lottare e rovesciare la situazione, sono stato io a fare tutto, forse il mio amore non era poi così grande, perché non bastava per tutti e due.
Si mise seduto sulla sabbia e strinse le ginocchia al petto come se volesse proteggersi da tutto. Faceva male, ma alla fine avrebbe continuato la sua vita. Così come l’universo non si fermava quando una stella moriva, non l’avrebbe fatto nemmeno lui. Guardava nel vuoto immenso che si apriva davanti a lui, come se potesse trovare la soluzione a tutto, lì, scritta con la schiuma del mare sullo sfondo nero della notte. Alzò gli occhi e vide una ragazza vestita di bianco, con i capelli neri, lunghi e mossi, che lo guardava. Era bella, con un sorriso timido e degli occhi azzurri nei quali perdersi.
«La Luna non dà delle risposte con le parole, ma credo che in qualche modo ci suggerisca cosa dobbiamo fare. Ci indica quello che vogliamo anche quando nemmeno noi lo sappiamo. Forse un granello di sabbia non conta da solo, ma senza tutti quei granelli, la spiaggia non ci sarebbe più. Ne ha bisogno per poter esistere, anche di quello più piccolo.» La ragazza sorrise e rivolse il suo sguardo verso la Luna che brillava coperta da una nuvola solitaria.
«Hai sentito tutto quello che ho detto? Sembrerò pazzo. Forse lo sono, forse ho già perso la ragione e non mi sono ancora reso conto.» Il ragazzo si alzò e la guardò in viso. Era davvero bella e lui rimase incantato fino a quando non sentì la sua voce.
«Conta se ho sentito tutto o solo una parte? Non è forse importante ciò che sentiamo e vediamo? A cosa serve ciò che ci siamo persi, perché comunque non possiamo tornare indietro. Ho sentito forse qualcosa, forse tutto, forse quanto basta per capire il tuo animo e il dolore del tuo cuore. Sai, dovresti proprio venire a quella festa, così come l’universo continua la sua strada dopo la morte di una stella, anche tu dovresti continuare a vivere. Guardati attentamente in giro, perché per ogni porta che si è chiusa, qualcuno aprirà una finestra. Devi solo vederla e cogliere l’occasione al volo.» Gli tese la mano come un invito. Era strano che lo aiutasse, o forse era normale e lui non lo capiva fino in fondo perché era stato fuori dal mondo per tanto tempo. Le prese la mano e le sorrise.
«Mi chiamo Jacob. Almeno devi sapere il nome del pazzo che parlava da solo delle sue disgrazie perché probabilmente hai capito tu più cose sul mio conto di quante ne capisca io.»
«Io sono Luna, piacere.» La ragazza fece l’occhiolino e si incamminò verso la festa tenendolo per mano, come se fossero amici da sempre.
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E finalmente ti commento anche io! <3
Allora, prima di tutto, ti dico che mi è piaciuto molto lo stratagemma che hai adottato per inserire la tematica del mese, il sogno, coincidente, nel tuo caso, con l'arrivo della sconosciuta sulla spiaggia 🙂 Ho adorato, inoltre, che tu l'abbia battezzata con il nome del satellite terrestre perché, negli stessi pensieri -attenzione però! Il secondo pezzo in corsivo non è una riflessione interiore del protagonista in quanto, lo affermi tu stessa poco prima, Jacob inizia a parlare ad alta voce. Ergo, dovresti racchiudere i quattro paragrafi in questione tra le parentesi caporali ;)-, il tuo main character si rivolge alla Luna che, quasi per magia, si materializza al suo fianco in veste di donna 😀 Davvero fantasioso! Ci sta benissimo :3
Purtroppo, però, non mi ha convinto del tutto il mischiarsi fra le due persone narrative, cioè la terza e la prima. Oltre al fatto che, in certi punti, sembri andare a ripetere dei concetti -per esempio l'amore struggente che sta lacerando il ragazzo, le dinamiche di innamoramento fra lui e lei, la tipa come "centro del suo mondo"-, l'oscillare dei focus da te utilizzati mi ha leggermente destabilizzata, portandomi ad abbassare la guardia e, quindi, perdere un po' di concentrazione durante la lettura 🙁
A parte questo piccolo tasto dolente, nel complesso è un bello scritto e sarei davvero curiosa di conoscere come va avanti 😉 Sì, velatamente ti sto dicendo di continuare la storia di Jacob e Luna :3 Perciò, forza, coraggio e mettiti sotto ahahahah
Che racconto magico che ci hai regalato e che ci fornisce molti spunti per la riflessione. Hai sviluppato in modo poetico e riflessivo il tema del mese . Complimenti.
Ciao Liv!
È un racconto toccante che colpisce dritto al cuore.
Mi piace tantissimo l’idea del sogno e anche questa apparizione finale chiamata Luna rende tutto più speciale. L’amore idealizzato è una cosa su cui riflettevo anch’io questa mattina e leggere il tuo racconto adesso me l’ha reso ancor più speciale!
Brava
È un racconto commovente, lo dico davvero, con gli occhi lucidi. Ho adorato ogni riga, ogni parola, dalla disperazione iniziale alla speranza finale, e poi la chiusura veramente da applausi con lei che si chiama Luna, geniale. Come sempre hai una capacità di coinvolgere il lettore in quello che scrivi che lascia senza fiato, anche se è un monologo, riesce a risultare talmente vivido che ci si immedesima senza nessun problema, e questo fa sentire ancora di più quello che dici. Ti faccio i miei complimenti!!! Bravissima Liv!
Sei davvero bravissima. Il tuo è un racconto doloroso che colpisce nell’intimo ma che profuma anche di speranza. Come sempre, sai farmi emozionare tantissimo, cosa che non molti riescono. Mi hai anche incuriosito riguardo alla canzone, corro subito a sentirla.
Un racconto molto intimo ,doloroso ,struggente. Molto carino,dolce con il finale inaspettato che porta una vena di speranza che cambia totalmente la prospettiva. Brava
Un racconto molto intimo, in cui dolore e introspezione vanno a braccetto. Molto carino ,dolce e struggente ,con il tocco di speranza finale che dà una virata inaspettata alla storia . Brava
Molto molto carino, mi è piaciuto molto. Penso che tu abbia trovato il giusto posto per infilare la tematica di questa mese dando allo stesso tempo un alone di mistero e di interesse che porta il lettore ad apprezzare ancora di più il racconto
Bellissimo racconto, mi ha davvero emozionata 😍! Complimenti!
Grazie a te per aver letto 🤩
Ciao Liv! Questo tuo racconto è fortemente riflessivo e mi ha colpito molto. Mi piace la parte in cui lui ammette che pensava di sapere tutto di lei perché l’amava fin da quando era bambina, ma le verità più profonde erano rimaste in fondo all’anima. Apprezzo questo tuo sviluppo perché troppo spesso l’amore “fin da bambini” viene idealizzato, senza pensare che spesso si cresce e si cambia. Anche l’ambientazione è bellissima e il finale pieno di speranza. Complimenti e alla prossima!